© Benedetta Placato
Promemoria: mai compiere lo stesso errore due volte.
Quando si muore non è possibile ritornare in vita. Possono essere tante le cause della dipartita e nella stragrande maggioranza dei casi si passa all’altro mondo senza poterlo decidere autonomamente. Qualcuno lo decide per te. Tralasciando i casi in cui sia Dio a volerti con sé, ci sono quelli poi in cui sei diversamente morto. Questi casi sono quelli in cui a farti morire sono le parole alle quali ho sempre attribuito valore d’arma da fuoco che uccide e farmaco miracoloso che salva.
Quando le parole sono usate come armi, spesso se ne sottovaluta l’effetto che possono produrre. Ecco allora che talvolta queste parole mirate o meno che siano con coscienza, ad organi vitali, quando colpiscono, uccidono. E quando uccidono causano la morte. E dalla morte non si può tornare in vita, perlomeno alla vita condivisa.
“Non si dimentica ciò che è finito, ma si combatte ciò che non lo è.”
– Mamma, come farò a capire se una persona mi ama?
– Tesoro mio, quella persona prima di tutto te lo dirà affinché tu possa saperlo. Poi te lo ripeterà perché tu non possa dimenticarlo.
© Rita Lettino
© Rita Lettino
© Rita Lettino
Tra le cose impossibili da fare, io inserisco l’azione di “contenere una gioia”, perché le gioie, per me, non sono come i dolori. Le gioie sono incontenibili. Soprattutto gioie come quella di oggi, come quella incredibile, e quindi inaspettata, di essere stata scelta ora, perché qualcuno, a prescindere da tutto e tutti, già mi ama.
© Rita Lettino