© Rita Lettino
Mese: aprile 2018
V55
Contemplo cirri che vedo per la prima volta ed immagino che Dio abbia una spina dorsale, anche se c’è una spiegazione scientifica per queste vertebre disegnate dal vento e dai cristalli di acqua.
Curve, anelli e spazi disidratati. Schiene scolpite, esposte nude, gelide e silenziose. Profili visibili attraverso umide trame.
© Rita Lettino
O34
Gli esseri imperfetti lo sanno bene: esistono individui che credono di essere impeccabili. In base a personali convinzioni, tipiche di chi pratica il pettegolezzo ad arte, essi giudicano e “presentano il conto”, nell’amore come nell’amicizia, senza comprendere, ma ancor prima, senza conoscere, disinteressati ed incapaci di ascoltare, in quanto affetti da grave protagonismo senza riflettori. Si tratta di persone che accusano, con il subdolo fine di essere le prime a volersi liberare degli accusati. È questo il loro gioco meschino. Non sentendosi, probabilmente, equilibrati, o essendo corrosi dall’invidia, nonché dalla gelosia (la peggiore delle malattie a causa della quale si pretende, dando per dovuta una esclusività naturale senza averla adeguatamente costruita), invece del mea culpa, siedono fortemente convinte sul sommo trono dei giudici e pronunciano il loro bieco verdetto “colpevole” e, atteggiamento ancor più inquietante e nauseante, vestendosi di talare, barra tonaca, predicano su cosa siano l’amore e l’amicizia vere, come se il valore di queste ultime parole, per eccellenza intimo ed individuale, fosse, al contrario, esclusivamente oggettivo. Chi “presenta il conto” in amore, ma a mio avviso ancor più gravemente nell’amicizia, è il primo ad aver “servito” il peggio, nonché ultimo nella classifica dei migliori.
Quindi, cari esseri adorabilmente imperfetti ed autentici, siate voi i primi a diffidare da chi puntualizza vostre assenze o manchevolezze in un qualsiasi rapporto, come avesse al posto delle mani una bilancia a pesi contrapposti. Chi misura l’amore non ama e chi misura l’amicizia è assai lontano dal suo significato.
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A15
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Punteggiatura
Cancello la punteggiatura alle emozioni, quando è nel silenzio la vertigine, quando la bocca è un profilo toccato appena, senza
poter aggiungere altro fiato alla congiunzione sottratta e ingoiata, con il dubbio, in anticipo.
Un secolo è più breve di tutte le mie ore, e tace, a labbra chiuse.
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N99
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N98
In aeternum. Atto primo.
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